Che cos'è la Nutrizione Artificiale?



La Nutrizione Artificiale è una serie di tecniche che permettono di nutrire efficacemente i pazienti che non possono alimentarsi in modo naturale.


Quali pazienti se ne possono giovare?



Classicamente si distinguono in quattro categorie principali:
1) i pazienti che non vogliono mangiare (gli anoressici)
2) i pazienti che non possono mangiare (i disfagici, che non possono ingoiare il cibo oppure lo vomitano). Sono la grande maggioranza.
3) i pazienti che non devono mangiare (pazienti con pancreatiti o fistole nelle quali l'introduzione del cibo potrebbe peggiorare la loro malattia)
4) i pazienti che non mangiano abbastanza (pazienti con patologie che richiedono una grande assunzione di calorie, superiore a quella che normalmente si riesce ad ottenere)


Come si fa a Nutrizione Artificiale?



In realtà si tratta di due distinti tipi di trattamento:

a) La Nutrizione Parenterale (NPD): è stata quella utilizzata fina dagli anni 70 e quella più conosciuta. Consiste nell’introdurre un catetere endocavale da una vena del collo al quale vengono collegate speciali sacche nutrizionali che vanno direttamente in vena bypassando completamente l’apparato digerente. Espone a gravi complicanze specialmente di tipo settico. In genere oggi si cerca di non utilizzarla mai per via delle complicanze che può determinare.

b) La Nutrizione Enterale (NED): è quella più recente e meno conosciuta. Consiste nell’introdurre un sottilissimo sondino nel naso o direttamente nello stomaco attraverso un piercing dell’addome (PEG). E’ quella che si deve fare sempre, ma qualche volta è impossibile in quanto i nutrienti vengono introdotti nell’apparato digerente ed è necessario che esso sia almeno parzialmente funzionante. A differenza della NPD la NED non comporta alcun rischio e deve essere il trattamento di preferenza.


Cosa bisogna fare?



In pratica bisogna portare il paziente presso uno dei centri regionali. Questo può essere una difficoltà in quanto molto spesso questi pazienti devono essere portati in ambulanza. Ma è una necessità in quanto, per la valutazione iniziale, il paziente deve essere pesato e deve essere sottoposto ad esami speciali. Il paziente deve fare una visita ambulatoriale che comporta il pagamento di un ticket di pochi euro (se non gode di esenzione per età o per patologie speciali). Gli esami non sono invasivi e non comportano alcun dolore per il paziente.

Bisogna portare la documentazione di esami o eventuali precedenti ricoveri in modo che il paziente possa essere valutato accuratamente.

Il piano terapeutico deve essere stabilito insieme ai familiari ai quali vengono prospettate tutte le possibilità, tutti i vantaggi e tutti gli svantaggi delle varie scelte.

In linea di massima è sempre auspicabile che il paziente venga curato presso il suo domicilio per una serie di motivi:

a) il trattamento nutrizionale è semplice ed è gestito meglio in un ambito familiare piuttosto che in un regime di ospedalizzazione. Più che cure mediche è necessario affetto e buona volontà, cose che si trovano più facilmente in famiglia.
b) l'ospedale comporta il rischio di infezioni ospedaliere che possono essere molto pericolose per questi pazienti che sono sempre molto fragili e immunodepressi.
c) molto spesso la famiglia ha paura di affrontare il trattamento domiciliare, ma in realtà è molto semplice. Il consiglio è quello di provare: se poi la famiglia non risultasse capace di gestire il trattamento si può portare il paziente in un ambiente ospedaliero. In realtà, nella nostra esperienza, non succede mai.
d) alla fine, avere il paziente a casa è anche meglio per la famiglia.
e) le famiglie possono chiedere l'assegno di accompagno, un finanziamento molto modesto che è previsto dalle leggi sanitarie che può servire per finanziare, almeno in parte, la spesa per un badante.
f) esistono anche i CAD (centri di assistenza domiliare) che forniscono assistenza infermieristica per i pazienti in trattamento domiciliare. Le famiglie possono richedere un sostegno che viene concesso in base alla gravità del paziente e della disponibilità di personale.